City Hunter - Angel Dust: come molti dei prodotti più significativi e memorabili degli anni '80 giapponesi, rivisti oggi con una prospettiva più adulta, City Hunter è composto al 80% di spazzatura dimenticabile e invecchiata male, e un 20% di sublime e puro carisma, di incredibile passione e indimenticabile eccitazione dei sensi.
Guardo Angel Dust (del 2023: mi sono rifiutato di guardarlo per circa un anno, adesso è uscito su Netflix e non ho potuto evitarlo più) e penso trattarsi di una merda, ascolto l'intro di Get Wild (Get Tough!) e penso di non vedere l'ora esca il prossimo film.
Sì, perché ci sarà un prossimo film (almeno 1): il rilancio/seconda giovinezza delle più famose creazioni di Tsukasa Hojo prosegue: nel finale di Angel Dust viene annunciato l'inizio del 'capitolo finale' di City Hunter.
Angel Dust, inoltre, è il seguito diretto del precedente film del 2019 e vede continuare il crossover con Cat's Eye, la cui nuova serie, a proposito, è prevista quest'anno sul Disney+.
La trama di Angel Dust è significativa: il finale del manga non è mai stato adattato in animazione, nonostante la considerevole durata della serie tv e numero di altri anime realizzati, ma in questo film e, stando a quanto detto poco sopra, il prossimo (prossimi?) la produzione vorrà realizzare esattamente questo.
L'animazione è ben fatta, ci sono momenti divertenti, c'è veramente troppo mokkori, le coreografie di combattimento non sono granché, ma ci sono alcuni momenti eccellenti.
In pratica, è il solito City Hunter che amiamo.
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Angel Dust, tuttavia, varia molto sullo storyarc originale del finale: a partire dal gender bending di Mick Angel, trasformato in Angie/Anonima, passando per le scene vere e proprie e i conflitti; restano i temi generali: inizia lo scontro finale tra Ryo e suo 'padre' e tutta l'organizzazione composta da ex-partner di Ryo e distributori della droga-super soldato 'angel dust'.
Nel finale, Angie muore.
Ah, riprendendo dal film di Cat's Eye, c'è una comparsata di Lupin.
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