Aprimi Cielo (Id, 2020): quando ho scoperto l'esistenza di un nuovo libro scritto da Alessandro Bergonzoni, l'ho comprato senza pensarci o ricercarlo. 
L'avessi indagato un po', l'avrei comprato ugualmente... ma non sarei rimasto così deluso.
Aprimi Cielo è la raccolta di 10 anni di contributi settimanali per il Venerdì di Repubblica, omonima rubrica.
Sono in totale 158 scritti. La maggior parte di mezza pagina, alcuni di 2 o 3 pagine.
Quelli più lunghi sono solitamente in forma di dialogo. 
Esiste una sorta di continuity interna con alcuni elementi ricorrenti, specialmente in quelli a forma di conversazione, o serie numerate sullo stessa tema, come quelli sull'Amore.
E' meglio non leggerlo in fila, meglio leggerne qualcuno ogni tanto: non dico uno alla settimana perché la lettura del libro richiederebbe 3+ anni, ma pochi alla volta per non stancarsi/stufarsi.
E' sempre un'esperienza minore, limitante leggere Bergonzoni rispetto ad ascoltarlo: la punteggiatura può rendere solo una versione ridotta, sminuita della sua interpretazione; molti dei giochi linguistici, per esempio, perdono mordente senza le pause e l'intonazione dell'attore, richiedono l'espressività della voce per accentuarne le assonanze e le volute sovrapposizione di suoni/significati. 
A leggerli perdono l'attimo della sorpresa e della trovata brillante
...ma, qualche volta, alcuni dei testi evocano invece perfettamente la sua interpretazione: sembra veramente di sentirlo parlare, di essere seduti davanti a lui e quasi ascoltarlo. C'è qualcosa nel ritmo di alcuni dei testi, non necessariamente i più divertenti, semplicemente i più riusciti a imitarlo, che ricorda la cadenza del suo parlato e della sua recitazione.
Naturalmente è necessario aver assistito ad alcuni dei suoi spettacoli per raggiungere questo effetto.