Finché il Caffè è Caldo (Kohi ga Samenai Uchi ni, 2015): romanzo d'esordio per l'autore giapponese Toshikazu Kawaguchi.
Se l'avessi comprato su Amazon, avrei potuto fare come tanti: truffare Amazon e farmi restituire i soldi, perché insoddisfatto o altro.
Non è il danno futile ad Amazon a fermarmi, è il principio.
...inoltre non l'ho comprato su Amazon.
L'ho preso dal mio amico libraio, ordinato specificamente.
Impossibile restituirlo senza sentirmi in difetto. Specialmente per il motivo.
Vogliamo parlare di first world problems?
Non c'è bene materiale che ami più dei miei libri: non c'è cosa che odi di più di un libro due volte tradotto.
L'edizione Garzanti è tradotta dall'inglese e non dall'originale giapponese, quindi la sconsiglio con forza e vi suggerisco di leggere l'originale o la sua più prossima traduzione in inglese.
Non c'è vero danno, ma è il principio: mi sento truffato. Profondamente e odiosamente truffato.
Tradurre un libro non dalla lingua originale dovrebbe essere vietato, proibito: un taboo.
Pena disintegrazione, morte e sofferenza.
Per di più non è granché come romanzo.
Innanzitutto non è un romanzo: sono 4 storie brevi interconnesse, ambientate nello stesso setting e consecutive, ma prive di una trama complessiva.
Immaginate Cheers, il bar dell'omonima serie tv degli anni '80.
Piazzatelo a Tokyo e non sbagliatevi: è letteralmente Cheers.
Un caffè occidentale a Tokyo originario dell'epoca Meiji.
In questo caffè non molto frequentato 'vivono' e lavorano il proprietario, la moglie e la cugina di lui; i clienti sono pochi ma affezionati e si conoscono tutti tra loro.
La prima cosa banale è che la prima storia sia incentrata su un nuovo cliente: che noia. Che palle. Quanto prevedibile?
Il nuovo cliente arriva e conosce e vede e impara. Noi lettori insieme a lui. Lei.
Il caffè è particolare: chi vi entra può viaggiare nel tempo. E' una cosa nota, ma all'autore non interessa fare world building e, soprattutto, non gli interessano le intricate finezze del viaggio nel tempo: non aspettatevi logica o coordinazione intellettuale. Qui si cerca un valore espressivo e si utilizza l'espediente del viaggio nel tempo per ottenerlo, avulso da ogni logica o necessità di risposte e solidità.
Nonostante ciò, il viaggio nel tempo del caffè è vincolato da leggi molto precise: la più importante di queste è il titolo del libro. Si può trascorrere nel viaggio il tempo di bere un caffè o, più precisamente: il tempo di bere un caffè finché caldo.
Ognuno dei quattro racconti è dedicato a un particolare frequentatore del caffè.
E' un libro molto femminile: tutte le voci principali sono di donne e tutti i problemi e necessità sono di natura femminile.
La prima storia è di una donna abbandonata dall'amante, la seconda è di moglie e marito, la terza di sorelle, la quarta di madre e figlia.
Per i motivi di cui all'inizio non mi esprimo sulla scrittura: l'edizione italiana è leggibile ma intrinsecamente odiosa.
La trama delle storie è... ininfluente.
Si tratta principalmente di tornare indietro nel tempo e comportarsi diversamente durante una conversazione.
Sfortunatamente, per me, il fatto che l'autore se ne fotta dei paradossi e di plateali problemi nella sua sceneggiatura è un problema non ignorabile.
Potrei anche apprezzare la narrazione e le emozioni e i pensieri, ma il contesto totalmente tirato e inconsistente mi rendono tutto indigeribile.