Sorry to Bother You: salutato dal pubblico indie come una specie di nuovo Spike Lee, questo film segna il debutto alla regia (e sceneggiatura) di Boots Riley.
NOTA: afroamericani e cinesi condividono la stessa interdisciplinarietà del talento artistico. Musicisti e attori e registi e, in questo caso, politicamente impegnati.
Trovatemi un attore cinese che non canti, o un rapper che con reciti.
Non ho idea di chi sia Boots Riley, ma conosco molti degli attori coinvolti in questo progetto: Lakeith Stanfield è il protagonista, Tessa Thompson la protagonista femminile; poi ci sono Omari Hardwick, Terry Crews... persino Danny Glover. C'è anche Steven Yuen in un'altra azzeccata partecipazione cinematografica indie. Il suo manager è uno con del fiuto.
Sorry to bother you è troppo lungo, ma è certamente interessante e possiede un numero di idee originali e affascinanti, che rimangono decisamente schiacciate dal messaggio politico e sociale... dalla quantità di messaggi politici e sociali.
L'errore di Riley, a mio avviso, è stato quello di strafare.
Siamo a Oakland. Il nostro protagonista è un circa sbandato senza lavoro che finisce per farsi assumere in una società di telemarketing. Scopre di avere un notevole talento per il mestiere.
Il primo messaggio, a questo punto, è uno che potremmo riassumere con "Zio Tom".
La fame di successo e affermazione del protagonista lo spingono a rinunciare alla propria identità, mascherarsi e fare il bianco.
Sullo sfondo di tutto questo: la compagna del protagonista è un'artista squattrinata che parla di Africa e vuole provocare le coscienze; c'è una società malvagia che, come risposta alla crisi economica, ha sostanzialmente reinventato la schiavitù/servitù della gleba: il leader di questa società è il solito spoof di Steve Jobs.
La memoria di Steve Jobs, in pochissimi anni, è passata da quella di un genio scomparso, innovatore rivoluzionario, a quella di nuovo archetipo per il villain da Big Data. Vedi Sorry to Bother You, vedi Next-Gen.
La trama diventa progressivamente più assurda: lancio di sangue per protesta, la stupidità di youtube, la superficialità dei bianchi ricchi, sindacalisti e qualche elemento di fantascienza.
Si guarda, non è brutto, ma da metà in poi diventa troppo.
Posta un commento