André the Giant: documentario di un'ora e mezza scarsa prodotto da HBO. Diretto da Jason Hehir, esperto di documentari sportivi (UFC) e musicali, il film racconta la vita di André the Giant, al secolo André René Roussimoff.
Nato in un paesino francese, affetto da gigantismo, emigrato negli USA alla ricerca di successo e fama.
Il documentario lo propone come la prima grande star del wrestling a livello nazionale, traghettatore insieme alla famiglia McMahon dello sport intrattenimento da fenomeno regionale/locale a industria dello spettacolo di primo piano negli USA.
Il documentario offre la solita carrellata di filmati di repertorio ma si sofferma poco sulle testimonianze dirette dell'atleta/attore, preferendo utilizzare interviste originali a parenti, Vince McMahon, Hulk Hogan, Ric Flair (giusto per citare i più noti da quel ambiente) per raccontarne l'esistenza di successo e sofferenza.
La malattia e la consapevolezza di un'aspettativa di vita ridotta, il dolore articolare costante combattuto, stando al documentario, con un mai direttamente descritto alcolismo; la carriera nel wrestling, la vita costantemente sotto i riflettori (impossibile nascondersi o mimetizzarsi con un cappello e occhiali da sole), e la breve ma memorabile carriera cinematografica: il documentario propone anche interviste a Billy Crystal e altri membri del cast di Princess Bride, interviste ad Arnold Schwarzenegger... la cui vita certamente contiene molte similitudini.
Immigrato dall'Europa rurale, successo negli USA grazie al proprio fisico, inglese pesantemente accentato.
C'è molta nostalgia in questo documentario ed è mirato e realizzato per esibire e cavalcare questa nostalgia, soprattutto in quelli della mia generazione: hulkmania, wrestlemania 3... mi fa ancora impressione sentire i protagonisti di allora parlare così liberamente della finzione nel wrestling, dopo aver difeso per decenni la genuinità dei feud e degli scontri.
Oggi è tutto alla luce del sole, ma io c'ero allora e avevo l'età giusta per non pormi assolutamente dubbi sulla realtà delle storyline raccontate negli appuntamenti settimanali con Dan Peterson.
Ho apprezzato il documentario, è ben montato e contenuto su toni decisamente positivi: tristi ma senza mai presentare negativamente il protagonista.
Non ce ne sarebbe motivo, nessuno che lo ricordi, ricorda mal volentieri André the Giant.