Dallas Buyer Club: è un film molto bello, lasciatemi subito sottolineare la cazzata per non tornarci più in seguito. Saprete che ha vinto gli Oscar per il miglior attore protagonista e il miglior non protagonista, la wikipedia mi rende noto che sia la prima volta da Mystic River del 2005, rispettivamente a Matthew McConaughey e Jared Leto.
Ora: Matthew McConaughey è uno degli attori più belli di sempre, Jared Leto è un mostro ma alle donne piace. I due si sono sottoposti al trattamento sicuro di trucco+dieta+perdo tutti i muscoli per iscriversi al club degli attori americani che hanno vinto l'Oscar imbruttendosi e interpretando un film drammatico dal tema più o meno scottante. I tizi dell'Academy ci cascano sempre, ormai è un sottogenere.
Tutto ciò detto.
Sceneggiatura originale basata su una storia vera, il film racconta gli ultimi anni di vita di Ron Woodroof, bifolco texano senza arte né parte che si scopre malato di AIDS negli anni '80.
Ricorderete Philadelphia, cronologicamente Dallas si colloca prima in un contesto di ancora maggiore ignoranza, stereotipo e rifiuto sociale.
Il Texas non è lo stato ideale dove ammalarsi del flagello dei gay, specialmente se non sei gay ma solo un normale cowboy sessualmente promiscuo e drogato/alcolista.
Discriminazione e ghettizzazione non sono tuttavia i temi portanti del film, né lo sono la meschina ignoranza e la chiusura sociale della maggioranza americana.... ed è qui che il film diventa interessante.
Il Woodroof malato scopre dentro di sé qualità che Woodroof sano e senza motivazione non sapeva di avere, la realtà della morte imminente lo spinge in modalità 'survival a tutti i costi' mandando a mille il suo cervello e caricandolo di intensità.
Woodroof comincia a studiare e in breve si rende conto che il vero nemico non sia la malattia, qualcosa con cui vivere, ma l'America stessa, incarnata nei classici malvagi Big Pharma e Governo: colpevoli di connivenza, insabbiamenti, paura del diverso e della debolezza, etc etc.
Nasce così il Dallas Buyers Club, in sintesi: le medicine approvate dal Governo per la cura dell'AIDS sono più nocive della malattia, esistono medicine migliori in giro per il mondo ma il Governo non le approva (non sono illegali però). Woodroof, per non passare da spacciatore (guadagnando sulla vendita), fonda un club i cui iscritti pagano una quota annua (d'iscrizione) per poter accedere gratuitamente alle medicine che, nel frattempo, Woodroof si ingegna in tutti i modi per contrabbandare in America.
Woodroof è un personaggio ambiguo, chiaramente antieroe, pieno di vizi e cattivi pensieri che si arricchisce scoprendo e alimentando un mercato di medicine per malati terminali disperati, allo stesso tempo fornendo realmente medicine utili a malati terminali disperati che altrimenti morirebbero soffrendo e prima del dovuto.
E' in pratica un personaggio molto umano né buono né cattivo che cerca di fare il proprio tornaconto e, allo stesso tempo, non sente alcun bisogno di danneggiare gli altri.
McConaughey è mostruoso, tanto in bravura quanto in aspetto fisico: specialmente sul finire, con il peggiorare comunque inarrestabile della malattia, lo sforzo a cui si è sottoposto ha dell'incredibile.
Sforzo che gli è giustamente valso l'Oscar e lo straordinario successo HBO di 'True Detective', serie altamente sopravvalutata e assolutamente un marone.
Accanto a lui un notevole, bisogna ammetterlo, Jared Leto nel ruolo dell'omosessuale drogato e una rediviva Jennifer Garner nel ruolo del medico con la coscienza capace di opporsi al volere di BIG PHARMA!.
Diretto dal regista canadese, esordio in America, Jean-Marc Vallée (da non confondersi con il nostro Mark Valley), Dallas Buyers Club è un film costato pochissimo girato su un set e mezzo con attori che si saranno accontentati del minimo sindacale, probabilmente anche meno.
Non so di chi sia il merito di aver messo insieme così tanta gente affamata, il risultato finale è un film drammatico avvincente e non deprimente, di quei rari film drammatici che non ti fanno venire voglia di dire 'io però i film li guardo per divertirmi' e, anzi, ti lasciano qualcosa di bello in forma di emozioni e, da non trascurarsi assolutamente, pubblicano un soggetto ignoto ai più.