Sword of the Stranger: era da settembre che aspettavo di riuscire a vedere questo film, l'ultima produzione cinematografica dello Studio Bones che continua a mantenere invariato la periodicità biennale dei suoi lungometraggi, un film girato intorno al classico e mai troppo sfruttato tema del samurai contro lo spadaccino cinese. Nell'era degli stati guerrieri un contingente della dinastia Ming giunge in Giappone all'inseguimento di un ragazzino, il loro più forte guerriero è un biondo dagli occhi azzurri sul cui passato restiamo a interrogarci per tutto il tempo senza trovare soddisfazione (meglio così in termini di tessuto narrativo): il ragazzino in fuga si imbatte nel più classico dei ronin/yojimbo, un uomo senza nome dal passato tragico la cui origine svelata nel corso del film rende ancora più ambiguo il senso del titolo. Questo film scivola come lama calda nel burro della mia più alta collezione di film d'animazione giapponese, quella che comprende Ninja Scroll e Kamui no Ken. Dovesse mai uscirne un'edizione dvd con almeno i sottotitoli inglesi non mancherò di prenderla... dato il momento economico poco felice questo è il massimo del complimento. Mestizia a parte, Sword of the Stranger offre un soggetto classico sviluppato su una sceneggiatura d'ampio respiro e squisita attenzione, dove la caratterizzazione anche dei personaggi più secondari (guerrieri Ming minori, comparse giapponesi e via dicendo) guadagnano spessore attraverso dialoghi pertinenti e posatissimi; tale riuscitissimo successo è merito di Fumihiko Takayama, già autore dell'equivoco film di Rahxephon. La regia regala un'eccellente mescolanza di realismo cinematografico offrendo tutta una serie di scorci e passaggi di macchina perfettamente integrabili e ritrovabili nella tradizione del genere, senza abbandonarsi a vecchiume rappresentativo il regista affonda le mani nel pieno della nuova tradizione samurai del cinema giapponese; senza però dimenticare di avere per le mani un media molto più versatile e visivamente esplosivo, dando il meglio e il massimo di sé in coreografie di battaglia semplicemente esaltanti e grandiose dove niente viene concesso a elementi sovrannaturali e tutto viene gettato sulle spalle dell'atletismo e dell'abilità di due guerrieri all'apice dell'umanità ma non oltre. Questo perfetto progetto è portato a termine da Masahiro Ando. Ecco: regista praticamente esordiente, ha fatto scuola sulle serie di Sailor Moon, è diventato importante in Fullmetal Alchemsit dirigendone diversi episodi; il ritmo e la compostezza di Sword of the Stranger lo trasforma automaticamente in una personalità da tenere sott'occhio. Il comparto artistico del film è invece affidato a una squadra di personalità senza troppa storia individuale tutti formatisi all'interno dello studio e impegnati a dare al film un aspetto tipico Bones, stilisticamente conforme a tutte le maggiori opere originali dello studio e in particolar modo all'ultimo grande successo, Eureka Seven. Esteticamente non troviamo nessun elemento particolare: tecnicamente eccellente offre una semplice rappresentazione naturalistica di ambienti e paesaggi lasciando poco spazio a trovate o particolari suggestioni visive. Tanto entusiasmo mi spinge a parlare persino delle musiche e, pur non possedendo una song caratteristica, cosa piuttosto rara, sono ben accompagnate a ogni scena e di grande soddisfazione atmosferica: sono operai di Naoki Sato, nel suo passato becchiamo l'indiscutibile successo Eureka Seven, Heroic Age e X, tutte serie acclamate non solo per le loro canzoni ma per le musiche, un uomo che sta creandosi un nome. Sword of the Stranger è lo strano ottimo risultato di tante buone premesse, passato non troppo stranamente sotto silenzio e lontano dall'essere stato un memorabile successo al botteghino giapponese ormai irrimediabilmente viziato dagli umori di un pubblico sempre più ignorante cieco. Guardatelo e tenetevelo stretto: erano anni che un lungometraggio animato giapponese estraneo ai conclamati canali da festival internazionale riusciva così bene.
Hellbly
4/24/2008
Etichette: animazione e videogiochi
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