Space Adventure Cobra (il Film): nel piccolo manipolo di letture a fumetti che vado ciclicamente a rileggere non mancano mai di fare capolino i 4 volumetti di Takeru, a dire il vero spesso salto i dialoghi e la semplice trama beandomi semplicemente della brillante rappresentazione del potere del protagonista di materializzare lo spirito delle parole; ultimamente parlando dell'ennesima ristampa di Akira si e' rifatto il nome del grande colorista americano Steve Oliff: uno dei primi grandi artisti del computer divenuto celeberrimo proprio per la sua edizione a colori di Akira, uno dei primi prodotti colorati digitalmente: era la primavera del 1988. Quattro anni dopo Buichi Terasawa metteva in stampa il primo fumetto al mondo interamente realizzato a computer, per l'appunto, Takeru. Non so dire se esista un vero legame fra i due avvenimenti, mi sembra improbabile ritenere che Terasawa, da sempre ammirato/accusato di essere il piu' occidentale degli autori giapponesi, ignorasse le sorti editoriali internazionali cosi' innovative di una delle grandi opere di casa sua: questa fu l'ultima prova di un certo successo del controverso, da me amatissimo, mangaka; negli anni successivi e' praticamente scomparso limitandosi a qualche riedizione delle sue produzioni fondamentali, alcuni sfortunati tentativi di remake e seguiti, e dubbie esplorazioni delle possibilita' multimediali dei nuovi supporti quali cd-rom e affini. Quindi, per la serie viale dei ricordi, il nome di Buichi Terasawa oggi dice poco e niente: in anni in cui il fenomeno di autori americani che imitano gli orientali ha finito il proprio periodo di prova divenendo consueto e raffinato, il ricordo dell'uomo che venti anni prima fece l'esatto contrario sparisce nei meandri della memoria di pochi affezionati. Qualche tempo fa, mi pare, su 4chan era partito un simpatico 3d inerente immagini di gente che guida moto con una mano sola, e naturalmente c'era Cobra. Per quanto riguardi l'animazione di Cobra esiste una serie in 31 episodi, mai vista, e questo film: il protagonista e' il prototipo di tutti gli eroi smargiassi inclini alle buffonate ma mortalmente seri nei momenti di bisogno, un pirata spaziale in lotta contro la Gilda (specie di malavita spaziale come in Bryger) con un fucile laser (Psycogun)  al posto del braccio sinistro. Cobra si imbatte in una bellissima cacciatrice di taglie, considerando che sulla sua testa pesa la taglia piu' grossa di tutte le galassie dovrebbe starle lontano, invece se ne infatua immediatamente e comincia a seguirla. Uno dei luoghi comuni e delle osservazioni piu' semplici e corrette che si possano fare sulle trame di Cobra e' la ripresa di temi e tempi narrativi da space opera classica: solo a dirlo mi vengono brividi d'emozione; Matrix e il Signore degli Anelli e Harry Potter hanno inflitto colpi mortali al gia' moribondo genere della fantascienza classica, qualche mese (giugno) fa abbiamo parlato della squisita iniziativa editoriale della Nord di ripubblicarne i grandi classici ma, come viene giustamente fatto notare dal Corriere della Fantascienza, tali riedizioni vanno di pari passo con la carestia di nuove proposte. Tra l'altro, diversamente da molti altri cartoni dello stesso periodo che ogni tanto vado a scoprire, Cobra e' tecnicamente curatissimo ed estremamente valido; oltre alla curiosita' che dovrebbe suscitare il cercare un genere classico della letteratura d'intrattenimento occidentale in un anime giapponese (questo mi ricorda che da anni mi riprometto di recuperare Capitan Futuro).