Aura Battler Dunbine (episodi 1-49 serie completa): non viene mai esplicitamente detto, preferendovi allusioni e dichiarazioni enigmatiche, ma alla morte terrena l'anima trova rifugio e riposo nel reame oltremondano di Byston Well, dimentica della propria vita precedente (e probabilmente alla morte su Byston Well segue un ulteriore reincarnazione sulla Terra e cosi' via, ciclicamente) ne inizia una nuova in questo regno fantastico e medievaleggiante organizzato in feudi e popolato da mostri e fate dai misteriosi poteri; a Byston Well sopra il cielo non c'e' lo spazio come sulla Terra ma un oceano nel quale vivono le fate: un giorno, il preludio della serie e' un altro punto non chiarificato fino in fondo, una di queste (ne esistono vari tipi i cui poteri sembrano variare in base alle dimensioni: quindi una fata di dimensione fatata, cioe' piccola, e' poco piu' di un moscone, mentre una fata di dimensioni umane o superiori possiede varie abilita'), desiderosa solo di divertimenti e cazzate, viene fatta prigioniera da uno dei feudatari maggiori, assoggettata e costretta ad aprire l'Aura Road, una via magica in grado di portare a Byston Well umani ancora in vita. La serie e' ben strutturata, per larga parte, ma mostra accecanti vuoti di sceneggiatura e punti lasciati oscuri sensibilmente non per scelta ma per incapacita' di giustificare alcuni avvenimenti. Ad ogni modo fra gli umani giunti a Byston Well c'e' anche un genio della meccanica e robotica che in quattro e quattrotto monta su una fabbrica di produzione di Aura Machine, ''macchine'' di vari tipi alimentate dall'energia vitale delle persone (non in modo mortale: semplicemente salendovi a bordo questi si accendono), l'Aura appunto. Per motivi misteriosi l'Aura dei non nativi di Byston Well risulta essere molto piu' potente e adatta ad essere impiegata nell'uso degli Aura Battler, i mobile suit di questa serie. Essendo una tecnologia mista sviluppata da progetti terrestri ma con materiali fantastici e, spesso biologici (per esempio la corazza e' realizzata con il guscio di tartarughe giganti... e cose sul genere), gli Aura Battler assumono la forma di insettoni antropomorfi armati prevalentemente di spada, ganci e qualche primitiva forma di esplosivo. Nella sterminata produzione di Yoshiyuki Tomino per ambientazione e mecha design questa serie si colloca fra le piu' originali ed intriganti: nel corso della storia vedremo come il grande feudatario, divenuto arrogante e assetato di potere, metta su una guerra contro tutti per il dominio di Byston Well e percio' rimpolpi ad ogni occasione possibile le proprie fila con uomini e donne prelevati dalla terra e convinti ad aiutare a combattere, tra questi il protagonista. Inizialmente Shou Zama, il giapponese protagonista della serie, combattera' fra le fila del neo-conquistatore ma dopo poco, attratto dalle grazie di una bella combattente prelevata da un altro feudatario, cambiera' fazione trovandosi a lottare per la salvezza e il riequilibrio di Byston Well. La corsa agli armamenti e' frenetica: nuovi modelli vengono prodotti in continuazione, i vecchi vengono migliorati e presto vengono sviluppate tecnologie in grado di amplificare il potere dell'Aura permettendo anche ai locali di adoperare gli Aura Battler e rendendo ancora piu' potenti invece gli assi provenienti dalla Terra. Per darvi un'idea l'Aura e' come la Forza: scorre in tutte le creature viventi, in alcuni piu' che in altre, con l'esercizio la si puo' potenziare ottenendone i poteri (che vanno dalla semplice percezione dell'avversario, all'amplificazione sensoriale, a vere e proprie manifestazioni energetiche offensive e difensive, fino a....), e ne esistono due varianti a seconda che le emozioni che la potenziano siano positive o negative (proprio come il Lato Oscuro). L'animazione e' molto povera ma il character, oltre che il gia' citato mecha, la rendono straordinariamente gradevole e piacevole nonostante i piu' di ventanni; la sceneggiatura ricalca in molti passaggi, come sempre accade con Tomino, alcune delle idee fondamentali utilizzate per Gundam: all'inizio troviamo la nave solitaria che vaga con i suoi assi che imparano a conoscersi, poi la guerra entra nel vivo e, sfortunatamente, si assistera' spesso alle solite inutili e ripetitive scorribande. I personaggi sono caratterizzati molto bene, ma solo ogni tanto, in altre occasioni sembrano perdere spessore e anche la loro evoluzione appare singhiozzante: emblematiche le storie d'amore raccontate, imprevedibilmente abbandonate e riprese e riabbandonate e mai chiarificate, poi improvvisamente chiarite e poi... Il conto dei morti, come in tutte le produzioni anni '80 dell'autore, e' estremamente alto: ma anche qui fastidiosamente alternato; ci sono gruppi di episodi in cui ogni minuto un personaggio importante perde la vita, ci sono Aura Battler che li guardi storto ed esplodono con il pilota: altre volte invece per lunghi tratti non si assiste ad una sola caduta e gli Aura Battler improvvisamente sopravvivono senza braccia, gambe, infilzati, crivellati, senza testa, ali (insomma dei tronchi bucherellati), ma ancora in grado di svolazzarsene in salvo. Il finale e' molto triste: cruento, mortale, ma soprattutto triste. La serie e' altalenante: possiede momenti e idee di altissima concezione accostate a periodi di noia reiterata e incostanza; soffre insomma del tipico problema del periodo: autori geniali benche' manchevoli e ingenui dal punto di vista formale e tecnico (si avverte la mancanza di una reale formazione professionale, compensata solo in parte da talenti personali e esperienza autodidatta), costretti a serializzare per un numero eccessivo di episodi.