Unwritten (Id, 2019): mi sono fatto fregare dal titolo accattivante (Bat Flips, the Fun Police and Baseball's New Future) e da un commento durante la telecronaca di una partita.
Le celeberrime "leggi non scritte" del baseball.
Chiunque segua il baseball ne ha sentito parlare, chiunque segua lo sport americano ne ha sentito parlare.
E' un insieme di regole non ufficiali, non scritte nel manuale ufficiale del baseball pubblicato e aggiornato dalla Lega, definite ed enforced dai giocatori stessi (e da molti manager): riguardano e stabiliscono cosa sia accettabile o meno durante una partita, quali comportamenti siano corretti e quali no, come si giochi a baseball correttamente, in modo giusto. The Right Way.
Ogni volta che durante una partita, e capita più volte ogni stagione, qualche battitore viene colpito da un lanciatore, o le panchine si svuotano per una finta rissa, o qualche giocatore viene sospeso dalla squadra, o qualche giocatore forte viene mandato via improvvisamente e senza motivo apparente... ogni volta che succede qualcosa di fuori dagli schemi e squisitamente baseball-y, queste unwritten laws vengono citate con approvazione e fascinazione.
Bene.
Ciò detto, mi aspettavo un libro di gustosi retroscena, aneddoti violenti di nonnismo e bullismo, sanguinarie storie di faide decennali tra squadre... nope.
E' tutto assolutamente politically correct e accomodante verso l'immagine ufficiale della MLB: gli unici aneddoti un po' crudi provengono o da storie arcinote, e quindi già ampiamente metabolizzate e irrimediabilmente pubbliche, o da passati lontanissimi citati per rappresentare il modo in cui si giocava, diverso da quello pulito e sicuro voluto dalla nuova dirigenza.
Unwritten è una melassa di propaganda a favore dell'associazione giocatori e il fulcro delle leggi non scritte è quello di essere buoni e rispettare il gioco. Rispettare i compagni. Rispettare la società. Rispettare la nazione.
Cito da uno dei primi capitoli: una delle regole non scritte più importanti del baseball è essere altruisti.
Bla bla bla... bleah... barf.
Sono 300 e poche pagine divise in 55 capitoli: decisamente troppi per il mio classico play by play dei saggi. Il libro è appena uscito e contiene molte interviste o estratti o racconti di giocatori, eventi e partite degli ultimi anni.
L'autore, Danny Knobler, è un giornalista sportivo non famoso ma con una lunga carriera alle spalle.
Vado per macrotemi: Verlander ci insegna a Respect the Game; per qualche motivo si parla di statistiche; onore e tradizioni nei club; divertirsi durante una partita come Beltre e Andrus va bene, ma non troppo come Puig... e Baez è al limite. Bautista, il bat flip leggendario e Odor: storia dei bat flip (1987, Tom Lawless) e di altre celebrazioni giuste, e di altre sbagliate. Il baseball latino e questi meridionali che non sanno mostrare rispetto per gli altri, si rifiutano di imparare l'inglese... però tutti li amano e rispettano e fanno parte della squadra.
Lanciare inside per intimidire, lanciare inside per colpire volontariamente un battitore: quando è giusto farlo per proteggere/vendicare, e quando no. Sostanzialmente va bene se mi lanci nel culo, decisamente non bene se vai per la testa.
Rookie contro veterani: rispetta il gioco! Rispetta i tuoi compagni di squadra! Non te la prendere se ti faccio il sacco al letto! (ma nessuno lo fa davvero... no no).
Si parla dei social network e di quei giocatori scemi che twittano durante le partite.
Le risse finte vanno bene e dare un pugno in faccia come Odor va bene, ma se sei uno che colpisce alle spalle come Gary Sanchez aspettati di essere schifato da tutti. Mai camminare sul monte di lancio se non è il tuo: quel bastardo arrogante di A-Rod.
Fake e flop, simulare all'americana: questo capitolo mi ha causato particolare sofferenza perché viene esplicitamente citato e commentato il perfect game perso da Scherzer all'ultimo out a causa di un bastardone.
Il peggiore dei giocatori in attività, Manny Machado.
Si parla del vecchio trucco della palla nascosta, di rubare i segni, del pine tar per sporcare la palla.
Mai parlare con il lanciatore durante un no hit, mai fare un first hit bunt.
Visto che, a un certo punto, di unwritten laws non c'è più molto da dire, l'autore conclude il libro ficcando un po' qualsiasi argomento: opener, starter e closer. Lo shift e altre 'nuove idee' nel baseball che però non hanno niente di unwritten e sono semplicemente nuove tattiche.
Quando va bene far lanciare un position player, quando va bene dare una base intenzionale.
Non è un brutto libro di baseball, ma sembra una compilazione di post di facebook fatti per un consumo istupidito (od occasionale) attraverso il cellulare.