The Highwaymen: produzione Netflix con Kevin Costner e Woody Harrelson. E' l'ennesimo racconto, ma in effetti è passato un po' di tempo dall'ultima volta (quindi va bene), della storia di Bonnie e Clyde.
Costner e Harrelson interpretano i due famosi ex-Texas Rangers che hanno guidato la caccia finale ai famigerati criminali.
Ora: Costner e Harrelson ricadono perfettamente nella categoria di famosi attori americani a fine carriera di cui si nutre il sistema produttivo di Netflix, ma questo è anche l'ultimo film diretto da John Lee Hancock.
E' un bel film, tecnicamente ineccepibile... un po' noioso nella sua prima parte.
A colpirmi particolarmente è stata la ricostruzione storica: gli anni '30 americani sono un periodo molto particolare e, per quanto siano stati così spesso rappresentati in ogni forma di intrattenimento, questa versione curata da Hancock risulta specialmente penetrante ed efficace nel mostrare la drammatica crisi sociale dovuta alla Grande Depressione. The Highwaymen va aldilà della rappresentazione ingessata tipica di molti altri film, anche recenti, e si spinge a mostrare aspetti assolutamente inediti dell'impatto della crisi economica sui ceti più deboli: impossibile, per me, dire se si tratti di eccitazione espressiva o di realtà documentata, ma il risultato mostra un America quasi post apocalittica, qualcosa a metà tra la fantascienza e il medio oriente in guerra.
E' impressionante.
Molto, molto meno attraente è invece lo sviluppo della storia e il tono narrativo dato alla vicenda.
The Highwaymen sembra un incrocio tra gli Spietati e True Detectives, passando per un Mondo Perfetto.
Costner e Harrelson sono vecchi Texas Rangers ritirati, richiamati in servizio per combattere il fuoco con il fuoco: Bonnie e Clyder erano mostri sanguinari e spietati, i texas rangers di Costner e Harrelson rappresentano la storia passata del law enforcement, prima della polizia e del FBI, quando gli sceriffi si facevano giustizia da soli e la frontiera era ancora selvaggia.
Sono vecchi e acciaccati e non riescono più a sparare dritto: l'inizio del film e l'inizio di Unforgiven sono decisamente troppo simili. Allo stesso tempo c'è quel turbamento esistenziale e un tipo di regia statica che ricorda un po' True Detective: aldilà dell'essere in due e dell'esserci Harrelson. 
La sceneggiatura è di John Fusco.