Guida ai Super e Real Robot (Id, 2018): sottotitolo, l'animazione robotica giapponese dal 1980 al 1999.
Jacopo Mistè possiede un blog dove parla di animazione giapponese, su cui però non scrive più da mesi.
Immaginate la scena: Mistè legge il libro di Nacci, la Guida ai Super Robot che è un libro incredibile, ne rimane giustamente folgorato, ne parla con l'autore e decidono insieme di realizzarne una specie di seguito. Questo 'secondo' volume riprende l'argomento dove Nacci si era interrotto e affronta e spiega la nascita del concetto di real robot e l'evoluzione del genere fino alla fine degli anni '90.
...anche se, onestamente, il periodo veramente ben analizzato è quello degli anni '80 e prima metà dei '90.
E' un volume interessante come il suo predecessore ma inferiore per una serie di problemi.
Innanzitutto è un volume Odoya: qui sul blog ormai ne abbiamo visti diversi e sono tutti assimilabili per la scarsa cura editoriale. L'equilibrio tra la gentilezza del lettore verso una piccola casa editrice che produce saggi di nicchia e il disturbo provocato da grossolani errori di testo a fronte del prezzo non irrisorio è difficilmente mantenibile.
Qualche esempio: nel capitolo introduttivo, Mistè pone giustamente le basi del genere negli anni precedenti al suo periodo di interesse. Si parla di Getter e, per spiegarne le tre configurazioni, si legge: 3 configurazioni per combattere in acqua, mare e terra. Ovviamente o 'acqua' o 'mare' avrebbero dovuto essere sostituite da 'aria'.
Stesso capitolo, poco dopo: si parla dell'ultima serie di Nagai e Toei prima della rottura, e il testo genera confusione tra Jeeg e Gaiking. Non si sono errori formali, è proprio il modo di scrittura che avrebbe dovuto essere rivisto per chiarezza.
Nacci è l'editor del libro, ma questi sono errori maggiormente imputabili al controllo qualità e proof reading.
Ci sono poi dei problemi relativi all'autore: Mistè si autodenuncia come di una generazione successiva a quella mia e di Nacci, appassionato non di super robot (che addirittura schifa perché infantili) ma di real. Questo approccio è mantenuto per tutto il libro: Mistè è meno professionale di Nacci, parla bene delle serie che gli piacciono, parla male di quelle che no. Questo atteggiamento gli permette, da un lato, di offrire alcune introspezioni da vero appassionato, dall'altro lo rendono arrogantemente superficiale nell'affrontare quelle da lui ritenute opere di più basso livello.
Questa generale arroganza dell'esperto di cultura di nicchia, una cosa sfortunatamente comune che capisco bene, si riflette anche nella scelta poco felice di come riportare i titoli delle serie: Mistè usa titoli italiano tradotti dal giapponese, poi il titolo italiano ufficiale e poi, nelle schede a fine capitolo, il titolo giapponese 'in giapponese'.
Parlandone da un punto di vista pratico, il titolo italiano tradotto avrebbe dovuto essere relegato alle schede, con quello giapponese e quello italiano nel testo. Inoltre, il titolo italiano delle serie giapponesi crea spesso più di qualche difficoltà e Mistè non è esente da cadere in errori comprensibili ma evitabili qua e là: Srungle, per fare un altro esempio, a distanza di 4 o 5 pagine viene indicato con il titolo italiano di Gorilla Force e poi di Capitan Gorilla.
...c'è poi la scelta linguisticamente corretta ma inutile di chiamare i nemici di Evangelion, Apostoli invece di Angeli. Mettiamola in questi termini: bisogna spiegarlo. Mistè si limita a chiamarli Apostoli senza spiegare che si tratti della corretta traduzione, tutti li conoscono come Angeli e non ci sarebbe voluto molto ad aggiungere una riga di testo invece di intestardirsi.
Dopo il lungo e ben curato capitolo introduttivo, Mistè divide il suo volume in 3 parti rispecchiando 3 generazioni di registi e produzioni. La prima, però, occupa praticamente tutto il volume; la seconda qualche capitolo, l'ultima poche pagine.
Un breve riassunto dei contenuti principali: Yoshiyuki Tomino e tutta la sua opera, Mamoru Nagano e Ryosuke Takahashi occupano quasi esclusivamente la prima generazione; la seconda è dedicata a spiegare Macross e i suoi autori, la coppia Masami Obari e Toshiki Hirano; si parla di Patlabor e del grande Yasuhiro Imagawa con due ottime retrospettive, qui i gusti di Mistè e miei combaciano perfettamente, su G Gundam e Change! Getter. Il capitolo si chiude con Gainax.
Il terzo, ultimo e brevissimo capitolo, racconta brevemente di Blue Gender e Big O.
E' un buon libro che piacerà agli appassionati, un buon seguito per l'opera di Nacci.