Vendere Tutto (The Everything Store, 2013): secondo libro su Amazon che leggo, 'due di troppo' direbbero diverse persone che conosco.
...e questo è probabilmente uno dei temi chiave del libro di Brad Stone, giornalista economico-tecnologico di fama: Amazon è nata nel 1995 come una delle prime società a scoprire internet, è sopravvissuta allo scoppio della new economy nel 2000 ma è sempre stata considerata una società inferiore a giganti come Google o Apple, oggi è così potente e ha fatto una tale terra bruciata intorno a sé di concorrenti e partner da essere diventata così importante e popolare da poter essere odiata in modo altrettanto popolare.
A differenza del precedente libro letto, One Click, questo saggio di Brad Stone non è una biografia di Jeff Bezos, anche se ovviamente se ne parla e molto, ma una vera e propria storia societaria di Amazon.com.
Il libro è stato circa approvato da Bezos, che ha concesso a Stone i permessi per intervistare dipendenti ed ex dipendenti, e famigliari; ma è anche 'circa' perché presenta interviste a personaggi che hanno preferito restare anonimi e non è certo tenero nel raccontare e descrivere le strategie economiche di Bezos, specialmente nella terza parte del libro, quella dedicata al successo e agli anni più recenti.
E' una storia societaria: si parla dei dirigenti che si sono susseguiti in Amazon, moltissimi; si parla di riunioni del consiglio d'amministrazione; di come si siano sviluppate le categorie prodotto sul negozio di Amazon, a partire dai libri fino agli alimenti freschi; si parla di come si siano sviluppati i 'magazzini' di Amazon, delle sedi degli uffici; delle operazioni finanziarie come quotazioni in borsa, ricapitalizzazioni, richieste di finanziamenti, etc etc.
La prima parte del libro è dedicata alla nascita e all'impostazione originaria di Amazon.com, la missione di diventare un everything store con il cliente prima di tutto. In questa prima parte si parla molto di finanza perché gli esordi di Amazon furono complicati, la società ha lavorato in perdita per più della metà della propria storia, i suoi indici di rendimento e la rendita delle sue azioni, dopo l'iniziale scalata, sono stati sempre negativi e inferiori alle altre società dell'informatica.
La prima parte è una lotta per la sopravvivenza.
La seconda parte del libro inizia dopo il crosso delle dot.com e il cambio di politica aziendale da parte di Bezos con la trasformazione di Amazon in una società produttrice di utili e in attivo.
Anche in questa parte si parla di una lotta, soprattutto una lotta contro le istituzioni finanziarie incapaci di comprendere il cambiamento nella società e nella Società: qui si parla del lancio delle nuove iniziative come i servizi web e il kindle.
La terza e ultima parte è... anche qui si parla di lotta, ma è la lotta di Amazon contro i suoi competitors, e spesso anche contro i suoi partner. Questa lotta è ancora attiva: sono notizie recenti i fallimenti di Toys'r'Us e il prossimo, impensabile, fallimento di Barnes n Noble. Tutto iniziò con Borders e Circuit City, ma l'elenco di società massacrate da Amazon è sterminato: la guerra contro gli editori e Apple, vinta da Amazon grazie a stupide dichiarazioni di Jobs che sono costate agli editori milioni di dollari a favore dell'anti-thrust; la guerra contro Wallmart, la guerra contro vari negozi online più piccoli come Zappos o quelli di diapers.com; fino alle guerre spietate contro i fornitori di prodotti come quelli dei coltelli tedeschi e tante altre.
La terza parte vede Amazon assurgere a successo stratosferico e diventare pari ad Apple, Google e Microsoft. Amazon che inizia non solo a vendere ma a produrre libri e video.
...ma alla fine si torna a parlare di lotte: quella per non pagare le tasse e quella per cercare di salvaguardare la propria reputazione.
Battaglie, queste per le tasse e la reputazione, che sono le uniche che neppure lo spietato ma geniale Bezos è riuscito a vincere.
Europa e tanti Stati Americani hanno cambiato le proprie leggi fiscali per poter chiedere più soldi ad Amazon, ma non solo ad Amazon, adattandole con ritardo al cambiamento del modo di fare soldi: questa lotta non avrà mai fine, Bezos cercherà sempre di pagarne meno (non di evaderle) e le istituzioni si opporranno sempre con poteri anche superiori a quelli del colosso di Seattle.
L'altra battaglia persa in partenza è quella della reputazione: io sono affiliato Amazon, anche se non seguo praticamente più la cosa dal primo anno che lo feci (e ci guadagnai qualcosa) e lo uso solo per le cover dei libri da mettere sotto i post; io e mia moglie compriamo da Amazon qualsiasi cosa e abbiamo ovviamente la sottoscrizione Prime: l'unica cosa che mi fa incazzare di Amazon è che il Prime Video italiano sia una merda e l'assenza di molti prodotti geek da amazon.it.
Amazon oggi è così grande da essere una multinazionale malvagia che riceve cause e denunce da lavoratori ed ex-dipendenti, ed è spesso nelle news e sempre per motivi negativi (più o meno veri o gonfiati dai giornalisti e interessati): è uno stereotipo inevitabile e come molti stereotipi si fonda su fatti, ma alla fine tutti compriamo da Amazon.