Three Thousand Years of Longing: è l'altro film con Idris Elba uscito di recente, quello bello dei due. L'altro è Beast.
NOTA: ho fatto un gioco di parole tra bello e Beast. Ne sono molto orgoglioso.
Uhm. 
E' l'ultimo film di George Miller, diretto a 'tempo perso' tra un Mad Max e un Furiosa.
Accanto a Elba, co-starring è Tilda Swinton. 
Ora: la presenza di Tilda Swinton, che è una brava attrice e assolutamente non voglio sminuirla, tradisce immediatamente, però, la natura del film; l'attrice è brava ma le sue caratteristiche fisiche la rendono unicamente adatta a questo genere di storie. 
In particolare ci sono forti similitudini con Only Lovers Left Alive.
Il film è tratto da una storia breve scritta dalla Byatt, l'autrice di Possession.
Tilda Swinton è una narratologa di fama (sono quelli che studiano le storie, qui sul blog abbiamo letto vari libri sul tema: cito, come sempre, il magnifico e illuminante Seven Basic Plots di Booker) che si imbatte, durante una conferenza in Turchia, nella classica bottiglia con genio annesso.
Il genio è Idris Elba con un aspetto, probabilmente voluto, più simile a quello di un fauno occidentale: dico 'voluto' perché mi piace l'idea che possa alludere alla ricorrenza tematiche nelle storie anche di civiltà distanti e lontane.
Nel film ci sono vari dettagli simpatici in questo senso, come il nome della protagonista o l'inganno riguardante le allucinazioni.
Elba vuole i 3 desideri della Swinton, ma la Swinton è esperta di storie e sa benissimo come vanno a finire quelle con geni e desideri. I due sono a una impasse: lui vuole i desideri, lei non vuole esprimerli; lui non può fare niente se lei non esprime i desideri, lei è bloccata con lui che non può andarsene finché non esaudirà i desideri.
Passano il tempo raccontandosi le rispettive vite. 
Ogni racconto è una storia nella storia con i suoi personaggi e setting diversi, favole drammatiche senza lieto fine che pesano progressivamente sul contesto dei due personaggi nel presente. 
E' un fantasy filosofico con annessa storia d'amore curiosamente intellettuale, ma anche appassionata.
E' un film bizzarro e fuori dal comune, esattamente ciò che Miller desidera produrre, e funziona; non posso dire mi sia particolarmente piaciuto, gli effetti speciali scadenti contribuiscono a renderlo un po' goffo, un po' troppo smaccato nella sua ricerca del sense of wonder.
Si guarda volentieri.