To Be Taught If Fortunate (Id, 2020): so, Becky Chambers scrive anche novelle. 
Nel senso di romanzi brevi (i termini inglesi italianizzati creano confusione). 
NOTA: prima ancora di cominciare a parlarne, voglio lodare il sito di Becky Chambers. E' chiaro e preciso, e soprattutto fa quello che ogni sito di scrittore dovrebbe fare, e così pochi fanno: anticipa e pubblicizza le future pubblicazioni. 
Novella: 100 e poche pagine. Stand alone: non collegata alla serie "Wayfarers".
Mi ha fatto pensare a Andy Weir e Star Trek.
Chiaramente non è che Andy Weir abbia inventato il genere, ma è indubitabilmente il nome più famoso: un tipo di speculative fiction che sembra hard sf, ma è in realtà sufficientemente divulgativa da non risultare ardua, che parla di scienziati, ma sono scienziati d'azione... non al livello Indiana Jones scienziato d'azione, ma scienziati astronauti capaci di calcolare a mente e sollevare pesi allo stesso tempo.
E' il 2100 e qualcosa: la società umana non è troppo diversa dalla nostra, alcune cose sono peggiori e altre sono migliori. La ricerca spaziale è passata al crowdfunding (saltando di netto la fase privata di Musk e Bezos): i nostri protagonisti sono 4 scienziati astronauti appartenenti alla sesta missione così finanziata. 
La missione è raggiungere ed esplorare 4 pianeti al di fuori del nostro sistema solare, pianeti accuratamente selezionati per le loro caratteristiche. 
Il libro è scritto a mo' di rapporto, ma non un rapporto qualsiasi: un messaggio di assoluta importanza che i nostri protagonisti inviano, per voce di una di loro, sul finire della missione. 
Un messaggio nel senso più nobile del termine: un messaggio dalle stelle alla Terra. 
Inseriamo qualche dato in più: la tecnologia terrestre è più avanzata di quella attualmente disponibile, una delle rivoluzioni più impressionanti e specifica per il viaggio spaziale è il 'somaforming'. 
Invece di andare su altri pianeti e terraformarli, gli umani del futuro (esploratori spaziali sullo stile della non interferenza di Star Trek) modificano se stessi: si alterano geneticamente per sopravvivere sul pianeta x in modo da lasciare l'impronta più piccola possibile. 
Non l'eroico gesto del gigante che conquista la luna e lascia il suo marchio indelebile e immortale, ma l'approccio del naturalista che vuole osservare senza influenzare, quanto più possibile.
Un'altra importante tecnologia per il viaggio spaziale è il 'warp': qui non c'è. 
I nostri scienziati vanno in cryosleep, si risvegliano geneticamente modificati, esplorano, si rimettono in cryosleep e si ri-risvegliano diversamente modificati per il prossimo pianeta, e via ripetendo. 
Il libro è diviso in 4 capitoli, 1 per pianeta esplorato. 
C'è il pianeta ghiacciato, il pianeta roccioso ad alta gravità, il pianeta acquatico con le tempeste e il pianeta morto.
La Chambers offre un po' di world building per ognuno di questi, e a ognuno di questi pianeti dedica una qualche scoperta in una progressione che è più spirituale e psicologica, che scientifica. 
Il relativismo temporale del viaggio nello spazio colpisce i nostri protagonisti un pianeta dopo l'altro: la cultura terrestre cambia tra un cryosleep e il successivo, la Storia procede senza di loro. 
I cari muoiono, le guerre sono tra stati il cui nome non significa alcunché, le crisi colpiscono poco perché vecchie di decenni tra un messaggio e l'altro.
Ecco: la Terra manda messaggi periodici per aggiornare gli astronauti. Gli astronauti mandano rapporti. 
Alla fine sono loro a mandare un messaggio. 
La Chambers è in un momento di grazia: i suoi libri sono successi, la sua scrittura è profondamente personale; i suoi soggetti e il tono dei suoi racconti è squisitamente caratteristico, senza eguali ora come ora. 
Non è nata così, è stato un processo: Angry Planet è molto diverso, molto più standard rispetto ai criteri del genere; To Be Taught è una quieta riflessione sul potere e l'utilità della scienza, della ricerca del sapere non applicato... si potrebbe dire fine a se stesso, scoprire per il gusto della scoperta. 
La Chambers potrebbe scrivere degli straordinari episodi di Star Trek. 
La figura dello scienziato che si impegna e sacrifica per imparare e poter insegnare agli altri. 
NOTA2: nella postfazione, l'autrice ringrazia i molti consulenti scientifici che l'hanno affiancata nella stesura del libro. 
Questo libro cala contemporaneamente la carta del positivismo scientifico, ottimista ed elevato, e quello del pessimismo umanista di una civiltà diretta verso l'abisso. 
NOTA3: questa nota è per tenere il conto di un discoro trasversale ai miei ultimi post. Becky Chambers è gay. I nostri 4 protagonisti sono amorevolmente promiscui: a uno piacciono le donne, a una piacciono le donne, a una piacciono gli uomini e le donne, a uno non interessa il sesso. Tutti si amano, la condivisione fisica è senza impegno e fluida. Non c'è una storia d'amore, ma i 4 formano indubbiamente un nucleo famigliare fuori dagli standard contemporanei. E' ininfluente ai fini del racconto, la promiscuità intendo, non l'affiatamento tra i protagonisti, ma è un diverso e più contemporaneo, e trendy, approccio rispetto ad altre storie spaziali con astronauti a coppie. 
SPOILER SPOILER SPOILER
Mentre sono nello spazio la civiltà umana vive un'apocalisse di qualche tipo. I nostri potrebbero benissimo essere gli ultimi umani in vita. Finito di esplorare il quarto pianeta si pone davanti a loro una scelta: tornare sulla Terra e vedere cosa sia successo, o esplorare un quinto pianeta e non tornare più.
C'è tutta una lunga riflessione sull'argomento e i nostri decidono di inviare questo messaggio alla Terra: saranno i terrestri a decidere se lasciarli proseguire o ordinare loro di tornare a casa, ammesso che ci sia qualcuno per poter prendere questa decisione. I nostri vogliono che sia la Terra a ragionare sull'importanza dello spazio e della scienza, anche quando priva di ritorni pratici o economici, e se valga il sacrificio di vite.
E' veramente molto Star Trek.