The Cure: cortometraggio del 2020. Disponibile gratuitamente su Vimeo (link nel titolo) e a pagamento su Amazon. 
Diretto, prodotto e parzialmente interpretato da Ahmet Atalay.
Ah... ehm: non c'è molto online in quanto a background. 
Sulla sua pagina Vimeo, Atalay dichiara: "I am an editor, and these are the Trailers, and TV spots I have worked on"... segue link al suo sito (sempre nel titolo). 
Sul suo sito, Atalay raccoglie un numero impressionante di trailer da film e videogiochi di grande prestigio, ed elenca i premi vinti per il suo montaggio: diversi Call of Duty e Far Cry, Destiny e Assassin's Creed; vari Transformers di Bay, vari Mission Impossible. Un sacco di altre cose riconoscibili. 
Cercando informazioni sui premi più frequenti nell'elenco, mi sento di confermare sia realizzatore di trailer: uno degli organismi premianti è specializzato nel settore dell'advertising per film, un altro più in generale si occupa di marketing. 
Ho provato a pinpointare la sua origine: The Cure è in inglese e IMDB lo localizza come USA; uno dei premi più frequenti citati sul sito, il Golden Movie Awards, è dedicato al riconoscimento di achievements nel mercato televisivo e cinematografico Africano; secondo google translate, la lingua utilizzata nei siti dove il suo nome ricorre più di frequente è turco e c'è un sito, sempre tradotto con google translate, che lo dichiara proprio turco di nascita. 
C'è un'intervista su youtube ma il mio orecchio per le lingue è più affinato a distinguere quelle del sudest asiatico... non mi sembra arabo, ma non mi sembra manco turco, ma sono ignorante e mi sembra slavo. 
The Cure è un cortometraggio d'azione ambientato per qualche motivo nel 2021: una misteriosa e mortale malattia sta uccidendo il pianeta. Esiste una Cura, ma è contesa. 
Il nostro protagonista, Noah, è un super operativo traceur (è il nome di chi fa parkour) che lavora per una qualche agenzia pseudo-CIA diciamo americana: il suo compito è recuperare la Cura da un criminale che la vuole vendere all'asta.
Soggetto e sceneggiatura sono scemi. Dialoghi e recitazione sono amatoriali.
The Cure è in tutto e per tutto un b-movie prodotto indipendentemente e, come tanti suoi simili e onorevoli precursori, è posseduto da un sacro e appassionato fuoco che lo esalta qua e là, donandogli formidabili idee e brillante fanservice.
Sparatorie, inseguimenti ad alta velocità, combattimenti marziali, minigun, F35, una quantità di esplosioni e morti.
The Cure una effetti speciali digitali che assomigliano, per modalità di impiego ed effetto narrativo, alle produzioni di darling di youtube come Corridor Digital o Freddiew. Probabilmente oggi ci sono nomi più contemporanei, ma sono vecchio e questi sono quelli che ricordo.
Ci sono dei bellissimi stunt e poco importa che gli effetti visivi siano un po' wonky, il risultato finale sono 20 minuti abbondanti di azione a rotta di collo: molto varia, vagamente superumana; non ugualmente innovativa, ma ricorda gli esordi di Tony Jaa e del cinema d'azione thai: c'è quello stesso gusto per lo stuntman amatoriale che si fa evidentemente male davvero senza preoccuparsi di assicurazioni o futuro.
The Cure si inserisce in quel mondo produttivo che comprende fenomeni pop come Kung Fury e gli inizi di Adi Shankar, passando per The Hire della BMW (senza lo stesso budget ma un simile apprezzamento per le macchine) fino a sbattere contro certi video musicali di gruppi metal per Napalm Records... vogliamo dire Gloryhammer?
Sui titoli di coda, The Cure regala alcune scene (un trailer!) per un possibile seguito. 
Spero verrà realizzato.
Prima di chiudere: l'immagine che ho scelto per la fine di questo post è quella che mostra meglio il look demenziale del nostro protagonista, Noah. Quella barba.