Westworld: la seconda stagione è stata confermata ma sarà nel 2018. Il finale giustifica, un po' rozzamente ma con significato, tutte le piccole discrepanze e incertezze della sceneggiatura: vi chiedevate, come me, come fosse possibile che Maeve potesse fare tutte le sue cose relativamente indisturbata? Viene spiegato.
Alcune cose rimangono per aria, e il finale è assolutamente aperto (prevedibilmente) e anche prevedibile (prevedibilmente) essendo il culmine di un processo chiaro e atteso fin dall'inizio, essendo tutta la premessa della storia nota e conosciuta.
...ma è un ottimo finale, un ottimo finale per la serie tv che ha portato al livello successivo il trend produttivo che ha visto, negli ultimi anni, la televisione affiancarsi e, qui per esempio, superare la qualità e il denaro investito nel cinema.
Non è un caso che sia stata HBO ad arrivare qui per prima.
10 episodi basati sull'omonimo film ideato e diretto dal compianto Michael Crichton e...
l'avreste mai detto che il nuovo planetario successo televisivo per critica e pubblico (più spettatori di Game of Thrones) sarebbe stato un soggetto western-fantascientifico? E' la grande rivincita dopo i vari Signori degli Anelli, Harry Potter e, appunto, Game of Thrones.
Futuro prossimo venturo: due ingegneri geniali hanno creato androidi perfettamente indistinguibili dagli umani (non all'inizio, ma in varie generazioni successive). Ne hanno costruiti a centinaia, li hanno vestiti da cowboy e sistemati in un'immane parco a tema: Westworld.
Se hai i soldi, puoi visitare Westworld: la vacanze definitiva. Ciò che succede a Westworld, rimane a Westworld: gli host, il nome dei robot, accolgono i guest. Ci sono narrazioni alle quali partecipare, storie che gli host vivono e con le quali interagire; si può semplicemente decidere di ammazzare tutti... o scopare tutti.
Gli host non possono danneggiare i guest, i guest possono fare qualsiasi cosa agli host: l'amministrazione del parco non giudica. Ogni perversione, ogni atto di violenza è lecito e consentito.
Si va a Westworld per divertirsi, si finisce per scoprire se stessi e la natura umana certamente non è mai sembrata più bieca, crudele e brutta.
Ora, è possibile guardare Westworld senza saperlo essere originato da un film degli anni '70: è certamente possibile che tante persone, persino la maggior parte degli spettatori, non lo sappiano.
Su questo blog si dà per scontato che lo sappiate, in quanto esseri umani pensanti e interessati.
Nel film i robot si ribellano a causa di un malfunzionamento e cominciano a uccidere tutti (semplifico, guardatelo: non regge gli anni ma c'è un Yul Brynner d'annata); si guarda la serie tv di Westworld attendendo questa ribellione, il momento quando gli host ne avranno abbastanza di subire placidamente.
Ovviamente la serie, essendo passato qualche anno, gioca la carta della presa di coscienza, dell'intelligenza e della natura dell'essere vivi, umani, consapevoli.
Non è un caso se proprio adesso, dopo più di 20 anni, Hollywood abbia deciso di produrre una versione live action di Ghost in the Shell; non è un caso che la sigla di Westworld sia un'evidente citazione della scena introduttiva del capolavoro di Oshii.
Westworld ha qualche difetto: troppi personaggi innanzitutto, un gioco troppo scoperto sulle linee temporali (che viene comunque graziosamente scoperto con una squisita teoria sulla capacità di ricordare degli androidi e la natura dei loop), una troppo evidente disparità d'importanza tra certe storyline e altre, infine gli sceneggiatori hanno pestato eccessivamente sulla misdirection.
Certo, il Man in Black è uno sborone Ed Harris ma è evidentemente Ford Anthony Hopkins a tenere le redini del gioco e, conseguentemente, lo si vorrebbe vedere più dell'altro.
Sono piccolezze, Westworld è davvero un esempio altissimo di narrazione serializzata per la tv e non è un caso, di nuovo, che l'ultimo episodio sia stato più lungo degli altri.
La regia, le sceneggiature, gli attori, il setting, la musica e gli effetti speciali: è tutto al massimo livello possibile.
C'è talmente tanta storia da raccontare che, a causa dell'alto costo di produzione/ridotto numero di episodi, gli sceneggiatori hanno dovuto risparmiare sul sesso: per una storia ambientata all'interno di un, sostanzialmente, gigantesco bordello, in Westworld c'è pochissimo sesso e il nudo è sempre genialmente asettico.
All'uscita dei primi episodi la consigliai a un'amica appassionata di Game of Thrones e The Walking Dead, senza riscontrare il suo interesse alla menzione di 'western' e 'fantascienza'. Il successo della serie ha rapidamente superato i confini del pubblico di nicchia, parlo a livello internazionale, tanto da convincerla a provare ugualmente. Mi pare abbia visto i primi 7 episodi, tutti quelli usciti al momento, in un'unica seduta, o comunque in 2 giorni.
Sarà una lunga attesa.