Hammers on Bone (Id, 2016): Cassandra Khaw scrive per riviste di videogiochi e riviste di fantascienza, questo libro potrebbe essere la sua opera più lunga finora, pubblicata da Tor Books, lungezza da novella.
Inizia come un urban fantasy contemporaneo mostri e investigatori privati, ma è un impressione che dura poco. Fortunatamente.
Sia per temi, che per forma narrativa, la Khaw offre omaggio a HP Lovecraft.
E' decisamente una storia d'orrore e il monologo del protagonista è rappresentato da una forma molto leggere di flusso di coscienza, linguaggio ricercato e una certa predilezione per gli accostamenti grammaticali arditi. Si legge bene, appena un po' faticoso.
Un ragazzino bussa alla porta del nostro investigatore privato richiedendo esplicitamente l'omicidio del patrigno.
Il resto della vicenda, a dirla tutta, non è sviluppato con particolare cura: la storia è essenzialmente un pretesto per l'eplorazione biologica e psicologica del protagonista, per rappresentare alcune scene di orrore da Mythos. Il resto è appena tratteggiato, a volte addirittura incoerente.
Il patrigno è un mostro, anche l'investigatore è un mostro. La scoperta non particolarmente sorprendente è che ci siano anche altri mostri e lo scontro tra i primi sia in qualche modo orchestrato.
Tuttavia, come dicevo, letta l'ultima pagina l'impressione della trama è minima.
Il libretto però funziona e c'è la forte possibilità di un seguito (c'è persino già il nome della serie Persons non grata, gioco di parole con il nome del protagonista: John Persons) che prenderò molto volentieri.
SPOILER SPOILER SPOILER
La cameriera è il capo.
John è un Yith, razza ufficiale di Lovecraft