Draft Day: Film Sportivo. Kevin Costner. E' anche il nuovo film di Ivan Reitman.... non che importi. E' un film sportivo con Kevin Costner, è l'archetipo di ciò che di bello, giusto e puro esiste nel cinema americano.
In sintesi estrema è il 'seguito' di Moneyball: un film sportivo senza sport giocato, dedicato a tutto il contorno di finanza, commercio e analisi che circonda quei pochi minuti alla settimana di partite.
Il film utilizza tutte le licenze ufficiali della NFL: nomi di giocatori storici, nomi delle squadre, etc.
Tutto comincia 12 ore prima dell'inizio della diretta del draft 2014.... cos'è il 'draft'?
Il draft è una di quelle cose che rende lo sport americano così superiore a quello europeo, insieme al salary cap e lo sport scolastico (e volendo al fatto che rispettino i regolamenti, gli arbitri e i tifosi, che gli stadi siano di proprietà, che le squadre non siano legate alle città, etc etc); in pochissime e semplici parole: la peggior squadra dello scorso campionato, l'ultima, ha diritto a scegliere per prima tra i migliori giocatori non professionisti che, ogni anno, escono dai college americani per diventare star e superstar, e così via.
Nella realtà del film i Seattle Seahawks hanno la prima scelta per il 2014, la cedono ai disastrati Cleveland Brown in cambio delle loro prime scelte per i tre anni successivi. Meglio l'uovo oggi o la gallina domani? L'analogia non è corretta ma non è questo il luogo per spiegare come funzioni lo sport americano.
Kevin Costner è il general manager, sorta di super amministratore non allenatore non proprietario, dei Browns: le scelte al draft sono di sua competenza, tutti intorno a lui hanno un opinione, alcuni di questi hanno anche mezzi più o meno simpatici per farla valere (questo succede anche da noi).
In più c'è qualche questione personale a complicare la giornata già piuttosto stressante.
Nel film ci sono anche Jennifer Gardner e una manciata di attori più o meno riconoscibili, tutti secondari e subordinati a Kevin.
...come è giusto che sia.
Non è proprio divertente, la prima metà è tirata un po' troppo per le lunghe, la seconda ingrana e funziona stupendamente.
Il messaggio è sempre quello: lo sport americano è genuino. C'è del business, certo, e ci sono persone non realmente interessate nello sport ma, alla fine di tutto, ci sono gli eroi che rincorrono/lanciano un pallone di varie dimensioni e forme.
E' così che deve essere.
Essere realizzato con la licenza ufficiale NFL ha sicuramente contribuito a limitare gli aspetti negativi e le ombre, lasciando solo quanto detto sopra; non vuol dire che sia un spot per l'imminente nuova stagione o che sia un modo per distogliere dagli scandali che hanno malamente coinvolto la lega nell'ultimo anno (bullismo, omofobia e la solita sequenza di reati penali), ma certamente serve ad abbellire l'immagine complessiva della NFL.
Scandali come quello NFL, inoltre, hanno toccato in questi pochi ultimi mesi anche il basket (certamente avrete sentito dei guai dei Clippers) e, ma non frega a nessuno, il calcio britannico.
Draft Day è un gran bel film sportivo con un ottimo Kevin Costner che risulterà incomprensibile (e infatti in Italia non credo sia previsto mai) a chiunque non abbia una minima infarinatura del sistema sport americano.