White Noise: spezzato nelle sua parti il film mostra poco di originale con scene ed effetti scopiazzati da tutta la piu' o meno recente produzione di genere (il modello piu' vicino e' probabilmente quel non disprezzabile Mothman  Prophecies); nell'insieme tuttavia mostra una certa scomposta qualita'. Michael Keaton e' invecchiato ma a differenza della maggior parte dei suoi colleghi non si e' disfatto fisicamente mantenendo il proprio consueto aspetto: come capita a volte agli attori di secondo piano con un paio di film ricordabili all'attivo, possiede un feroce nugolo di ammiratori per i quali la sua semplice presenza varra' il biglietto. L'interpretazione non e' per niente male anche se nelle scene di disperazione e dolore c'e' un che di caricaturale, molto meglio per il resto del film durante il quale si limita a ghignare di traverso con aspetto cool d'annata; gli EVP, sono fenomeni vocali elettronici, o fenomeni di voci elettroniche: ad ogni modo i defunti ci parlano attraverso la radio e la tv, e se avessimo voglia, soldi e una discreta possibilita' di non lavorare, potremmo divertirci a lasciare acceso un registratore ambientale giorno dopo giorno sperando di poter cogliere qualche voce misteriosa; oppure potremmo videoregistrare una delle tante frequenze ''con la neve'' e cercare di cogliere nei lampeggiare di facce e posti un qualche cenno dell'aldila' invece di un canale lontano di San Marino o Svizzero. Il risultato e' un film straordinariamente lento, che si prende il proprio tempo cercando di montare un po' di tensione da pochi frammenti riprodotti dietro la scena principale. Il finale lascia leggermente perplessi ma realmente e' stato migliore di quanto mi aspettassi.