Rurouni Kenshin Reflection: l'idea alla base del secondo ciclo di OAV (2 episodi) di Kenshin sta nel concludere il cerchio; con la prima si raccontava della sua nascita e formazione, con questa della sua fine. Sono passati 15 anni dal primo incontro con Kaoru: ora lei e Kenshin sono sposati e hanno un figlio. Hanno anche una malattia incurabile e mortale, e il figlio odia il padre perche' non e' piu' il grande guerriero di un tempo (avendo dismesso la spada) eppure continua a stare per lunghi periodi lontano da casa (in questa versione Kenshin e' una sorta di misericordioso Buddah che attraversa le guerre cercando di lenire il dolore degli oppressi) facendo soffrire sua madre. Durante la traversata di ritorno da chissadove Kenshin cade in mare e sparisce, Kaoru ogni giorno si reca al porto per attenderlo ma presto subisce un peggioramento della malattia e, costretta a letto, ripensa agli eventi del passato. In sintesi quindi assistiamo ad una riproposta, reinterpretata secondo lo stile degli OAV, di alcuni eventi salienti accaduti durante la serie, con anche la partecipazioni di personaggi presi dalla serie; differentemente dai primi OAV quindi, questi sono di difficile comprensione se mancano le basi della storia principale. Verso meta' il racconto pero' si sposta su avvenimenti nuovi che riprendono e concludono quelli narrati nei precedenti OAV. L'altro problema e' infatti la difficolta' a seguire una trama cosi' continuamente piena di riferimenti alle altre produzioni dedicate a Kenshin: concettualmente, volendo con questa opera concludere tutto il ciclo, non si tratta di un vero difetto. Bisogna approcciare Reflection tenendolo in considerazione. Tecnicamente di ottima fattura (ma non eccelsa) e' affossato dall'eccessivo patetismo di ogni scena: la somma di tutti i drammi raggiunge l'apice nel breve finale che, a dire il vero, riesce a strappare un paio di pensieri partecipi anche grazie alla buona trovata conclusiva.