Postman Blues: una tragica commedia degli equivoci con molte scene sorridenti che si preparano e formano su basi drammatiche; la stupidita' di cui si puo' ridere ma i cui esiti disastrosi e disperati spingono alla commozione: un postino annoiato dalla propria routine quotidiana incontra per caso un vecchio amico divenuto yakuza. Appostati nelle vicinanze alcuni poliziotti osservano la scena e infaustamente iniziano a credere che il povero postino sia in realta' un corriere della droga, dando cosi' il via a tutta una serie di errori sempre maggiori di cui nessuno riesce ad accorgersi. La noia diviene disattenzione, quel po' di brivido per l'uscita dai normali schemi acceca per l'eccitazione e tutto si trasforma in un susseguirsi di casualita' drammatiche che non dovrebbe assolutamente far ridere ma che, quasi come in fantozzi, non riescono pur tragicamente a non apparire comiche. A questa trama centrale se ne affiancano e intrecciano altre due dominate da personaggi simili accomunati pero' da una visione della situazione complessiva che per gli permette di capire cosa stia per accadere. Il film e' tutto qui: semplicissimo e privo di fronzoli, vive di regia piana, sceneggiatura brillante e ottime interpretazioni; in questo che e' il suo secondo lungometraggio Sabu mostra gia' tutti i marchi caratteristici che rendono i suoi film originali e personali. Rispetto a titoli piu' conosciuti come, per esempio, il successivo Drive (indietro per il blog, passato anche in italia a noleggio, in vendita e sul satellite) qui lo svolgimento e' piu' calmo e controllato, molto piu' piacevole e misurato.