Moonlight Jellyfish: a parte i siti che ne vendono il dvd non ho trovato una sola informazione riguardante questo film in internet, ora, dopo averlo visto, non sono cosi' stupito. Un altro film di debutto per un nuovo regista (ultimamente di primi film ne ho trovati parecchi, che sia piu' facile in giappone?), tale Kosuke Tsurumi che potrebbe essere questo e quasi sicuramente e' questo; il protagonista maschile e' Tatsuya Fujiwara, quello dei Battle Royale, e questo credo sia l'unico motivo d'interesse del film. E' la storia di due fratelli, il piu' giovane e' affetto da quell'affascinante malattia che gia' tante volte e' stata utilizzata ai fini di un racconto e il cui nome ho gia' ridimenticato, e che provoca un'ipersensibilita' della pelle alla luce solare e agli ultravioletti costringendo chi ne soffre a vivere solo di notte o chiuso in casa dietro spessi tendaggi; come se non bastasse il giovine e' pure un po' ritardato. Un peso e un sacrificio immani per il fratello grande, Tatsuya appunto, costretto alla vita dello yakuza per permettersi il denaro per le cure e un orario di lavoro piu' flessibile; in linea di principio non ci sarebbe nulla di comico, ma il patetismo del film e' tale da annoiare spaventosamente e spingere ad una leggera ilarita' per la prevedibilita' delle scene, dello svolgimento e pure per la scarsa recitazione di tutto il cast. L'elemento motore della trama e' una bella infermiera alle prime armi, Aya Okamoto da Azumi (la ragazza dei giocolieri) e Sky High, che con la scusa di prendersi cura del povero ragazzo cerca fin dal secondo minuto d'incontro di concupire il bello e tormentato idolo delle folle. Ogni tanto viene inquadrata la luna, ogni tanto vengono messe in primo piano delle meduse, ogni tanto si va al mare e ogni tanto si va in altalena di notte: non basta pero' copiare scene melodrammatiche di altri film o inventarsi chissa' quale parallelismo con strambi animali mollicci, bianchicci e urticanti per rendere una porcheria come questa un film autoriale e dall'immaginazione visionaria come cercano di spacciarlo i rivenditori.