Le Crociate: dietro l'ingannevole titolo italiano si nasconde una sceneggiatura curiosa che incarna nella Gerusalemme riconquistata del Dodicesimo Secolo una moderna (per allora s'intende) Camelot, retta da un re cristiano, e dai suoi prodi cavalieri, in accordo e rispetto con il Saladino di Damasco, re dell'islam; contenporaneamente questo Regno di Gerusalemme diviene anche un Nuovo Mondo prima del tempo dove sbandati, fuggiaschi e cercatori di gloria e fortuna vengono irrimediabilmente raccolti e attratti. Questo e' il preambolo e la scusa, l'esatto alter ego per quel ''Roma e' un Sogno'' di gladiatoria memoria, al vero racconto di come un fabbro sconvolto dai lutti e abbandonato dalla fede scopra di essere il figlio bastardo, ed unico erede, di uno dei piu' grandi e nobili cavalieri di Gerusalemme, e decida di seguirlo alla Citta' Santa per prendervi il suo posto di diritto e dovere. Paragonare montaggio e riprese al Gladiatore per scoprirne le debolezze e l'inoriginalita' sarebbe impietoso: la bellezza di alcune idee di regia di Scott e' tale da giustificarne il riutilizzo, almeno questa volta; la maestosita' e la violenza di alcune delle scene belliche, la possanza umanamente eroica dei personaggi valgono bene quel po' di frivolezza di certi, e comunque brevi, segmenti romantici o l'ennesima inquadratura sugli zoccoli dei cavalli. Temevo per l'attore protagonista, rivederlo un'altra volta nei cosi' poco adatti panni del fabbro mi dava un certo disagio, invece il risultato e' egregio: dialoghi limitatissimi e un grande lavoro d'occhi e di truccatori compensano lo scarso carisma naturale e l'inadeguatezza fisica esaltandone al contempo l'espressivita' e il dinamismo. E' tutto regolare e pregevole, vale il biglietto e il tempo, lascia soddisfatti: e' molto piu' di quanto fosse legittimo aspettarsi: in questa chiave anche l'atto di fede richiesto da alcuni momenti della sceneggiatura, non e' pesante ne' permane nella mente. Non so come sia nel romanzo ma nel film, probabilmente per via della gia' prodiga lunghezza, alcuni passaggi vengono saltati o accettati: il giovane fabbro di estrazione chiaramente umile arrivato a Gerusalemme diviene esperto di tattica militare, di assedi e di macchinari; dopo una lezione di scherma di 2 minuti netti diventa capace di sbaragliare orde di soldati professionitsti, e cosi' via: da maniscalco del popolo in un battito di ciglia si trasforma nell'incarnazione del nobile padre, ad ogni modo fra una spadata, una catapultata e un carica di cavalleria e l'altra ci si presta davvero il tempo che passa.